سياسة

ITALIA INSORGE: Scontri Violenti tra Polizia e Manifestanti che Chiedono lo Stop alla Guerra a Gaza**

**ITALIA INSORGE: Scontri Violenti tra Polizia e Manifestanti che Chiedono lo Stop alla Guerra a Gaza**


**Aumenta l’Uso della Forza per Reprimere le Proteste di Solidarietà con la Palestina nelle Città Italiane**

 

**Di . Mohamed OKIL**

Le ultime settimane hanno visto un’escalation di **proteste** e manifestazioni in diverse città italiane, a sostegno della causa palestinese e contro gli attacchi israeliani su Gaza, descritti dai manifestanti come genocidio. Questa mobilitazione popolare, tuttavia, non è stata esente da violenti **scontri**, con alcune manifestazioni degenerate in tafferugli con le **Forze dell’Ordine italiane**, che hanno fatto ricorso a strumenti repressivi per controllare la folla e **fermare le proteste**.

 

Escalation nelle Piazze della Solidarietà: La Polizia Italiana Usa la Forza Contro i Manifestanti

Un’ondata di manifestazioni ha attraversato città chiave come **Milano**, **Bologna** e **Venezia**, dove decine di migliaia di cittadini e attivisti, rispondendo agli appelli di sindacati e organizzazioni studentesche, hanno espresso il loro rifiuto della guerra, chiedendo la fine del sostegno europeo a Israele. La risposta della sicurezza è stata dura in alcuni luoghi, sollevando polemiche sui limiti della libertà di espressione e di manifestazione in Italia.

 

 L’Uso di Gas Lacrimogeni e Idranti per Reprimere i Manifestanti

 

Nel tentativo di disperdere le manifestazioni e **scoraggiare** i partecipanti dal bloccare strade o accedere a zone sensibili come i porti, le forze dell’ordine italiane hanno utilizzato mezzi repressivi:

 

* **Gas Lacrimogeni:** Rapporti mediatici e di organizzazioni per i diritti umani hanno documentato l’uso massiccio di **gas lacrimogeni** in alcune località per disperdere gli assembramenti, in particolare negli **scontri** avvenuti in città come **Bologna** e Milano, causando casi di soffocamento e feriti tra i dimostranti.

* **Idranti (Cannoncini ad Acqua):** In altre aree, come il porto di **Venezia** e Bologna, la polizia ha utilizzato **potenti idranti** per respingere e allontanare i manifestanti dagli ingressi dei porti e dalle zone vitali che i lavoratori cercavano di bloccare nell’ambito di uno sciopero generale organizzato in solidarietà con Gaza.

 

L’obiettivo evidente dietro questa **escalation di sicurezza** era quello di **fermare le proteste**, paralizzare il movimento dei manifestanti e impedire loro di raggiungere l’obiettivo di interrompere i trasporti e **chiudere i porti**, che si ritiene possano essere utilizzati per il transito di merci o armi dirette a Israele.

 

 

 Il Messaggio di Solidarietà Italiano e la Realtà della Repressione

 

Questi **confronti** riflettono una divisione all’interno della società italiana: da un lato, una vasta base popolare e sindacale che rifiuta l’aggressione e chiede la rottura delle relazioni con Israele; dall’altro, una posizione governativa “cauta” che non ha ancora deciso di riconoscere lo Stato palestinese o di imporre sanzioni commerciali europee.

 

I manifestanti, siano essi lavoratori o studenti, hanno ribadito che la condanna verbale non è più sufficiente, e che lo **sciopero** e le **manifestazioni di massa** sono diventati un nuovo strumento per fare pressione sul governo affinché adotti posizioni più severe ed efficaci per fermare quello che definiscono “genocidio”. Nonostante i tentativi della polizia di limitare con la forza l’impatto di queste proteste, la determinazione a manifestare riflette la crescente consapevolezza e il sostegno popolare alla causa palestinese nel cuore dell’Europa.

 

 

**La repressione della sicurezza spegnerà la scintilla delle proteste italiane o rafforzerà la determinazione dei solidali con la Palestina?**

 

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